Il Tagliamento continua a scorrere, stavolta verso nord
D’accordo, la selezione non è un premio di per sé, ma in questo caso è come se lo fosse.
Lo è perché il Berlin Indie Film Festival è il primo festival oltre confine che ospita un mio lavoro, e in quanto tale è un piccolo grande passo; e lo è anche perché Di viaggi e di ghiaia è un’esperienza prima di essere un documentario e, in quanto tale, continua a esperire e sperimentare.
É un’esperienza, dico, perché questo progetto parte da molto lontano nel tempo, con un lavoro di ricerca fatto da Teatro della Sete e iniziato quasi per caso chiedendo alle voci che il fiume lo hanno abitato e lo abitano di parlare e di parlarne.
Da qui è diventato racconto, messa in scena, un sito, un insieme di video e solo all’ultimo (almeno fino a qui) un documentario.
No, non posso dire che Di viaggi di ghiaia sia un lavoro mio in senso stretto, direi più che è un’esperienza condivisa tra tante persone che c’hanno messo del loro. Dai musici agli antropologi, dalle nipoti agli intervistati siamo in tanti quanto i sassi smussati e lisciati dal Tagliamento.
E visto che “il fiume cambia in ogni istante” credo che per descriverlo questo sia stato il modo migliore.